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Chirurgie endovasculaire aorto-iliaque et des membres inférieurs pour pathologie occlusive athéromateuse - 20/01/17

[43-029-J]  - Doi : 10.1016/S0246-0459(16)66946-0 
J. Touma a : Chef de clinique assistant, V. Tacher b : Chef de clinique assistant, F. Cochennec a : Praticien hospitalier universitaire, H. Kobeiter b : Professeur des Universités, praticien hospitalier, M. Raux a : Chef de clinique assistant, E. Allaire a : Professeur des Universités, praticien hospitalier, J. Marzelle a,  : Praticien hospitalier, P. Desgranges a : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service
a Service de chirurgie vasculaire, Centre hospitalier universitaire Henri-Mondor, 51, avenue du Maréchal-de-Lattre-de-Tassigny, 94000 Créteil, France 
b Service d'imagerie vasculaire, Centre hospitalier universitaire Henri-Mondor, 51, avenue du Maréchal-de-Lattre-de-Tassigny, 94000 Créteil, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

La chirurgie endovasculaire a bouleversé en 20 ans les techniques de revascularisation des membres inférieurs : diminution du nombre de pontages, aide au maintien de la perméabilité des revascularisations chirurgicales, et surtout élargissement des indications de première intention grâce en particulier aux stents, mais aussi au perfectionnement du matériel. L'amélioration des résultats à long terme des techniques endoluminales incite à les discuter en première intention par rapport à la chirurgie classique dans la plupart des situations cliniques et des lésions anatomiques, sténoses et occlusions. Si une bonne connaissance des modalités techniques - cathéters et guides, ballons et stents, voies d'abord homo- et controlatérales - est indispensable au chirurgien vasculaire d'aujourd'hui, il doit également en connaître les complications et les limites.

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Mots-clés : Aorte, Iliaque, Angioplastie, Stents, Artériographie, Complications


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