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Cytoponction ganglionnaire. Technique, analyse des frottis, valeur diagnostique - 06/08/09

[13-000-B-10]  - Doi : 10.1016/S1155-1984(09)51273-3 
K. Maloum , C. Settegrana
Service d'hématologie biologique, Hôpital Pitié-Salpêtrière, 47-83, boulevard de l'Hôpital, 75651 Paris cedex 13, France 

Auteur correspondant.

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Résumé

La cytoponction ganglionnaire est un geste simple, non invasif et peu douloureux, facile à réaliser devant toute adénopathie superficielle. Elle permet le plus souvent une orientation diagnostique rapide vers un contexte réactionnel bénin ou vers une pathologie tumorale, hématologique ou non, imposant alors la réalisation d'une biopsie chirurgicale pour analyse histologique. La connaissance de l'anatomie et des différentes zones ganglionnaires ainsi que des réactions immunitaires ganglionnaires est indispensable à la compréhension et à l'étude de la cytologie ganglionnaire. La cytoponction consiste à introduire une aiguille fine dans le ganglion et à réaliser quelques frottis avec le suc ganglionnaire recueilli. La seule contre-indication est la ponction d'une tuméfaction de nature vasculaire. L'interprétation cytologique d'un adénogramme est parfois délicate et doit impérativement être replacée dans l'ensemble du contexte clinique, biologique et éventuellement radiologique du patient. De très nombreux aspects cytologiques peuvent être observés, parfois très évocateurs d'une pathologie précise telle le lymphome de Hodgkin, le lymphome de Burkitt ou la tuberculose, parfois non spécifiques, ne permettant pas d'évoquer un diagnostic précis, tels les adénogrammes lymphocytaires réactionnels ou les localisations métastatiques. Dans tous les cas, la ponction ganglionnaire permet d'orienter rapidement le diagnostic et apporte une aide au choix des examens complémentaires à réaliser.

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Mots clés : Cytoponction, Ganglion


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