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Shock emorragico - 08/07/10

[36-840-B-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(10)57972-6 
D. Longrois a,  : Professeur, P.-M. Mertes b : Professeur
a Département d'anesthésie-réanimation, Assistance publique-hôpitaux de Paris, Hôpital Bichat-Claude Bernard, Unité INSERM U 698, Université Paris 7, Paris 
b Pôle d'anesthésie-réanimation, Centre hospitalier universitaire de Nancy et Unité INSERM U684, Faculté de médecine de Nancy, Université Henri Poincaré, Nancy 1, France 

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Riassunto

Lo shock emorragico è uno shock ipovolemico caratterizzato da una perdita extravascolare importante e rapida di sangue che induce una riduzione del volume ematico circolante. Le cause più frequenti sono i traumi, gli interventi chirurgici maggiori, le emorragie digestive e le emorragie nel contesto ostetrico. Lo shock emorragico è definito clinicamente da una riduzione acuta e durevole della pressione arteriosa sistolica (PAS) a valori inferiori a 90 mmHg (o inferiori del 30% ai valori di PAS abituali del paziente) in relazione con una perdita rapida e importante di sangue per una lesione vascolare, accompagnata da segni clinici di ipoperfusione, di disfunzione o di insufficienza d'organo (cute marmorizzata, oliguria, disfunzione cerebrale ecc.). Sono ipotizzati diversi elementi di fisiologia e fisiopatologia: trasporto dell'ossigeno, reologia, meccanismi compensatori conseguenti alla rapida riduzione della volemia, anomalie dell'emostasi e del microcircolo, disfunzioni d'organo (tubo digerente, fegato, cuore, rene) e meccanismi cellulari e molecolari della risposta all'ipossia. Sono descritti i criteri clinici e biologici di gravità dello shock emorragico. L'associazione di ipotermia, acidosi metabolica e coagulopatia peggiora la prognosi dei pazienti in stato di shock emorragico. I principi terapeutici sono stati affrontati in funzione del contesto clinico (presenza di un trauma cranico associato), così come la fase di gestione (preospedaliera, intraospedaliera precoce o tardiva). Il concetto del doppio carico di aggressione, iniziale (non modificabile), legata alla lesione responsabile dello shock emorragico, e secondaria (potenzialmente modificabile), in gran parte iatrogena, è alla base della gestione terapeutica attuale. Permangono molte controversie riguardo agli obiettivi emodinamici di rianimazione dello shock emorragico, al volume e al tipo di soluzioni di espansione volemica da usare e alla strategia trasfusionale. Quando in letteratura esistono raccomandazioni per la pratica clinica, esse sono citate e spiegate. Sono proposti alcuni algoritmi decisionali.

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Parole chiave : Shock emorragico, Sistema nervoso simpatico, Emostasi, Hypoxia inducible factor, Espansione volemica, Vasocostrittori


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