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Prise en charge pour chirurgie d'anévrisme de l'aorte abdominale - 09/07/12

[36-587-A-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0289(12)46548-3 
C. Hallynck a, P. Farahmand b, P. Julia b, c, B. Cholley a, c,
a Service d'anesthésie-réanimation, Hôpital européen Georges Pompidou, 20, rue Leblanc, 75908 Paris cedex 15, France 
b Service de chirurgie cardiovasculaire, Hôpital européen Georges Pompidou, 20, rue Leblanc, 75908 Paris cedex 15, France 
c Université Paris Descartes, Sorbonne Paris Cité, 12, rue de l'Ecole-de-Médecine, 75005 Paris, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

L'anévrisme de l'aorte abdominale est une pathologie fréquente des sujets de plus de 65ans. Elle peut se révéler de façon aiguë lors d'une rupture, ou bien être découverte fortuitement chez un patient asymptomatique. Pour l'anesthésiste-réanimateur, ces deux aspects correspondent à deux prises en charge différentes : l'urgence avec souvent choc hémorragique associé ou intervention à froid. La prise en charge chirurgicale est en pleine évolution du fait de l'apparition des techniques endovasculaires, dont la mise en place est mieux tolérée que la chirurgie classique chez les patients fragiles, mais dont les complications sont plus fréquentes au décours. L'évaluation préopératoire de ces patients à haut risque de maladie coronaire associée a été redéfinie par des recommandations récentes qui préconisent de ne plus chercher systématiquement des lésions coronaires associées chez les patients asymptomatiques. Enfin, la réanimation postopératoire de ces patients reste émaillée d'une forte probabilité de complications graves qui justifient une prise en charge adaptée au « haut risque » chirurgical.

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Mots-clés : Évaluation préopératoire, Anévrisme de l'aorte abdominale, Patient à haut risque chirurgical, Traitement chirurgical, Traitement endovasculaire


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