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Reconstruction chirurgicale du ligament croisé postérieur - 03/02/14

[44-792]  - Doi : 10.1016/S0246-0467(13)58581-3 
P. Djian a, , R. Rousseau a, P. Christel b, R. Seil c
a Cabinet Goethe, 23, avenue Niel, 75017 Paris, France 
b Hôpital Docteur Soulaiman Al Habib Medical Group, King Fahad Road, Olaya, Riyadh, Arabie saoudite 
c Service d'orthopédie, Centre hospitalier, Clinique d'Eich, 78, route d'Eich, L-1460, Luxembourg 

Auteur correspondant.

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Riassunto

La reconstruction chirurgicale du ligament croisé postérieur (LCP) a récemment progressé du fait d'une meilleure connaissance de son anatomie et de sa biomécanique. Pour obtenir un résultat anatomique satisfaisant, la position des sites d'insertion, surtout sur le condyle médial, est essentielle à respecter. L'utilisation de l'arthroscope et de l'amplificateur de brillance améliore la précision du positionnement de la greffe. La plupart des techniques décrites utilisent des greffes de tendons autologues prélevées aux dépens du tendon patellaire, du tendon quadricipital ou des ischiojambiers. La reconstruction peut se faire par arthrotomie ou arthroscopie en utilisant soit une greffe à un faisceau, technique dite isométrique, soit une greffe à deux faisceaux, technique dite anatomique. Seule, la seconde technique de reconstruction permet de reproduire la physiologie du LCP avec un faisceau antérolatéral se tendant en flexion et un faisceau postéromédial se tendant en extension. La reconstruction à un faisceau sera plutôt utilisée dans les laxités postérieures isolées de faible amplitude et les reconstructions à deux faisceaux dans les laxités postérieures importantes toujours combinées à des atteintes périphériques. Dans ces cas, la reconstruction du LCP doit être associée à une reconstruction périphérique et, éventuellement, à une ostéotomie tibiale.

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Mots-clés : Ligament croisé postérieur, Ostéotomie, Reconstruction chirurgicale, Condyle médial, Arthrotomie, Arthroscopie, Greffe de tendon


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