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Arthroscopie de la cheville - 06/05/15

[44-906]  - Doi : 10.1016/S0246-0467(15)62806-9 
O. Laffenêtre a,  : Praticien hospitalier, P. Golano b, c,  : Professeur des Universités, J. Vega d, J. Vernois e,  Grecmip f
a Centre universitaire médicochirurgical du pied, CHU Pellegrin, place Amélie-Raba-léon, 33076 Bordeaux cedex, France 
b Département de pathologie et thérapeutique expérimentale, Universidad de Barcelona, Feixa Llarga s/n, 08907 L'Hospitalet de Llobregat, Barcelona, Espagne 
c Department of Orthopaedic Surgery, School of Medicine, University of Pittsburgh, 3471 Fifth Avenue, Suite 1011, Pittsburgh, PA 15213, États-Unis 
d Foot and Ankle Unit, Hospital Quirón Barcelona, Alfons Comín, 5, 08023 Barcelona, Espagne 
e Sussex Orthopaedic NHS Treatment Centre, Lewes Road, Haywards Heath, RH16 4EY, West Sussex, Royaume-Uni 
f Groupe de recherche et d'étude en chirurgie mini-invasive du pied, Centre de consultation de la Clinique du Sport, 2, rue Nègrevergne, 33700 Mérignac, France 

Auteur correspondant.

Article à jour au 22/11/2023

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Riassunto

L'arthroscopie de la cheville, troisième en France aujourd'hui par ordre de fréquence, connaît toujours un développement croissant, particulièrement du fait de l'accès sécurisé au compartiment postérieur depuis une quinzaine d'années, décrit par Van Dijk. Ses indications sont maintenant parfaitement codifiées : les conflits tissulaires ou osseux, les lésions ostéochondrales et les arthrodèses en constituent l'essentiel. Plus récemment, elle offre aussi des perspectives thérapeutiques intéressantes en traumatologie fraîche, ou pour traiter certaines laxités chroniques. Ainsi, l'usage de cette procédure résolument moderne, qui s'inscrit naturellement dans la tendance chirurgicale actuelle mini-invasive, est devenu incontournable pour les hyperspécialistes du pied et de la cheville.

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Mots-clés : Arthroscopie, Articulation talocrurale, Cheville, Conflits tissulaires, Arthrodèse, LODA


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