Questo articolo presenta i principi e i metodi delle diverse tecniche di stimolazione corticale. La stimolazione corticale può essere utilizzata per applicazioni diagnostiche o di monitoraggio intraoperatorio (potenziali evocati motori) o per la valutazione preoperatoria (mappatura funzionale in neuronavigazione). Essa si applica anche a fini terapeutici, utilizzando approcci transcranici non invasivi (stimolazione magnetica o stimolazione elettrica a corrente continua o a impulsi) o invasivi (elettrodi impiantati chirurgicamente). I campi di applicazione terapeutica riguardano principalmente il trattamento della depressione e delle sindromi da dolore cronico. La stimolazione corticale permette di interferire con l'attività delle reti neuronali intracerebrali, di attivarla o di inibirla e gli effetti indotti dipendono da vari parametri tecnici, come la frequenza e l'intensità della stimolazione, l'orientamento o la configurazione del campo elettrico indotto a livello corticale o la durata dei periodi di stimolazione. Nel settore spaziale, gli effetti biologici derivanti dalle variazioni dell'attività neuronale o sinaptica possono essere locali o, in generale, situati a distanza dal sito di stimolazione perché la stimolazione attiva preferenzialmente gli assoni nei corpi cellulari. Nel settore temporale, questi effetti si verificano solo durante la stimolazione o sono estesi o ritardati rispetto al tempo di stimolazione, essendo legati a processi di plasticità sinaptica. Le tecniche di stimolazione corticale sono molteplici e tra le strategie di neuromodulazione terapeutica più promettenti in fase di sviluppo, per la facilità di applicazione di metodi non invasivi per via transcranica. Tuttavia, resta ancora molto da fare per codificare meglio i protocolli di stimolazione corticale nella pratica clinica e per valutare nuove tecniche e nuovi parametri specifici per ottimizzare l'efficacia terapeutica nei disturbi neurologici o psichiatrici.