L'incontinenza anale può essere definita dalla perdita del controllo volontario delle feci e dei gas. È un handicap grave, il cui trattamento può essere, in alcuni casi, chirurgico. Il successo dei trattamenti chirurgici si basa su una valutazione accurata dei sintomi e delle cause dell'incontinenza anale. L'esplorazione della statica rettale e l'ecografia endoanale (EEA) sono essenziali per l'identificazione accurata delle cause dell'incontinenza anale. Quando viene riscontrato un disturbo statico del retto, può essere proposta la sua correzione, con un livello di miglioramento significativo della continenza. La sfinterorrafia diretta a “cappotto” viene proposta in caso di rotture sfinteriche localizzate, il più delle volte da cause ostetriche. Rappresenta il trattamento storico proposto e per il quale i risultati sono ampiamente riportati nella letteratura scientifica. Sebbene il 70-80% dei pazienti riacquisti, nel postoperatorio, una continenza soddisfacente dopo questo gesto, il vantaggio sembra, comunque, transitorio, con un marcato deterioramento nel tempo della continenza. Le plastiche mucose sono indicate nell'incontinenza di origine sensitiva postemorroidectomia (incontinenza anale passiva). La neurostimolazione sacrale offre un'alternativa minimamente invasiva in caso di fallimento della riparazione sfinterica, a completamento di questo approccio o in mancanza di lesioni sfinteriche sistematizzate. La graciloplastica dinamica è un approccio più invasivo, la cui morbilità deve essere ben considerata nel bilancio rischio/beneficio. Lo sfintere anale magnetico offre un'alternativa attualmente in valutazione, ma con risultanti promettenti. Costituisce una tecnica all'avanguardia nel trattamento di rinforzo dello sfintere, ma necessita di essere valutata per un tempo prolungato. La colostomia rimane un modo ultimo ed efficace per migliorare il confort dei pazienti. L'handicap della stomia potrebbe essere limitato dalle tecniche di irrigazione colica anterograda. Infine, alcune tecniche innovative sono ancora in fase di valutazione e di sviluppo, lasciando intravedere nuove opzioni terapeutiche negli anni a venire.