Gestione dell'insufficienza cardiaca delle persone anziane - 09/06/08
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L'invecchiamento della popolazione dei paesi occidentali si accompagna a un incremento considerevole del numero di insufficienti cardiaci anziani. Da oltre cinquant'anni il prolungamento della speranza di vita è di 3 mesi all'anno. Questa evoluzione è in parte legata al salvataggio e al mantenimento in vita di pazienti che in passato scomparivano prematuramente. Questi progressi riguardano particolarmente la gestione della malattia coronarica e la prevenzione dei fattori di rischio come l'ipertensione arteriosa (IA) o l'ipercolesterolemia. La storia naturale dell'aterosclerosi e delle sue complicanze acute ne è stata ampiamente modificata. La mortalità precoce legata a un infarto del miocardio è significativamente diminuita, ma il rischio di sviluppare una miocardiopatia ischemica e un'insufficienza cardiaca (IC) 10-15 anni più tardi è relativamente maggiore. Allo stesso modo, anche la gestione terapeutica dell'IA, che resta troppo spesso mal adattata o mal seguita, è associata a un rischio maggiore di IC tardiva. Per tutte queste ragioni l'IC, che era già frequente in passato nella popolazione anziana, diverrà, nei prossimi decenni, uno dei grandi problemi di sanità pubblica associati al fenomeno dell'invecchiamento in Francia e nei paesi occidentali (Figura 1).
Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave: : Soggetto anziano, Insufficienza cardiaca acuta, Insufficienza cardiaca cronica
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