Chirurgia conservativa a cielo aperto per tumore del rene - 04/11/09
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È nel trattamento dei cancri su rene unico e dei cancri bilaterali che la chirurgia conservativa ha acquisito tutto il suo valore. Essa è divenuta oggi il trattamento standard dei piccoli tumori fino a una grandezza di 4 cm, in situazione anatomica favorevole e in presenza di un rene controlaterale sano. Essa permette, in effetti, di conciliare al meglio un'exeresi soddisfacente dal punto di vista oncologico e un risparmio massimo del capitale nefronico. La tecnica chirurgica descritta di seguito è standardizzata e riproducibile. Spiegheremo in dettaglio successivamente il posizionamento, la via d'accesso, l'esposizione della lesione e la sua exeresi. I punti essenziali sono rappresentati dalla mobilizzazione completa del rene, dal momento che il clampaggio del peduncolo permette una sezione parenchimale in eccellenti condizioni di visibilità, l'exeresi tumorale con un margine di sicurezza di 2-3 mm, l'emostasi accurata della sezione e la chiusura della via escretrice se è stata aperta. Il rispetto di queste regole è la garanzia degli eccellenti risultati della chirurgia conservativa in termini di morbilità intra- e postoperatoria, così come di controllo oncologico. Nel rispetto delle buone indicazioni, una morbilità e un tasso di sopravvivenza specifica equivalenti a quelli della nefrectomia allargata devono spingere gli urologi a prendere in considerazione la chirurgia conservativa come la strategia inevitabile di gestione del cancro del rene.
Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cancro del rene, Chirurgia conservativa, Nefrectomia parziale
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