La rieducazione delle lesioni tendinee è delicata perchè deve assicurare una cicatrizzazione solida pur mantenendo integre le capacità di scorrimento delle strutture le une sulle altre. La sua riuscita si basa su un controllo quotidiano e una grande esperienza da parte del rieducatore, associata a una buona conoscenza dei particolari anatomici e biomeccanici del sistema digitale. L'interessamento dei tendini flessori è il più complesso da trattare a causa dei rischi di aderenze e di rotture. Salvo controindicazioni particolari, la presa in carico in rieducazione si basa su una «mobilizzazione precoce controllata». Il miglioramento delle tecniche chirurgiche ha consentito una sollecitazione attiva sempre più precoce dei tendini riparati. I protocolli di rieducazione si sono moltiplicati e utilizzano per lo più congiuntamente la mobilizzazione passiva e attiva: l'efficacia relativa dell'una rispetto all'altra non è stata ancora scientificamente quantificata nell'uomo. La scelta del metodo terapeutico dipende quindi dalla valutazione dell'equipe chirurgica e riabilitativa in funzione del tipo di lesione, della tecnica di sutura, della cooperazione del paziente e dell'esperienza dei terapeuti. Le lesioni dei tendini estensori sono spesso più semplici da trattare perché le complicazioni sono meno frequenti, ma possono portare a un deficit di flessione con conseguenze funzionali non trascurabili, soprattutto in caso di lesioni associate. L'introduzione della mobilizzazione precoce controllata attiva e passiva per le lesioni prossimali (zone da 4 a 8) ha permesso di migliorare la qualità dei risultati, come per i tendini flessori. L'immobilizzazione iniziale conserva invece il suo posto qui, nel caso delle lesioni distali, perchè il rischio più grande è la perdita di isometria delle tre benderelle di estensione, che genera deformazioni «ad asola» o «a collo di cigno». La mobilizzazione viene pertanto differita di 3 settimane per le lesioni della benderella mediana (zona 3) e di 6 settimane per quelle delle benderelle laterali (zone 1 e 2).