A parte le rare ipertrigliceridemie maggiori isolate, la cui gestione è giustificata dal rischio di pancreatite acuta, le iperlipoproteinemie sono uno dei maggiori fattori di rischio delle malattie cardiovascolari legate all'aterosclerosi. La diagnosi delle iperlipoproteinemie è facile nella pratica quotidiana nella maggior parte dei casi e il parametro chiave per la gestione terapeutica è il livello di colesterolo contenuto nelle lipoproteine a bassa densità o colesterolo LDL. Occorre, però, tenere conto anche del rischio cardiovascolare indotto dalle lipoproteine ricche di trigliceridi e da un eccesso di lipoproteina (a). Il trattamento di un'iperlipoproteinemia si basa sistematicamente su misure igienicodietetiche e, se necessario, sull'uso di trattamenti ipolipemizzanti, tra i quali le statine rimangono il trattamento indicato in prima intenzione, salvo casi particolari. Oltre alle statine, è sempre più spesso necessario ricorrere ad associazioni terapeutiche, o per abbassare ulteriormente il livello di colesterolo LDL o per agire sugli altri parametri aterogeni, in particolare le lipoproteine ricche di trigliceridi. Dal momento che le raccomandazioni francesi del febbraio 2017 della Haute Autorité de Santé che presentavano le modalità di gestione delle dislipidemie sono state abrogate nel novembre 2018, questo testo si basa principalmente sulle raccomandazioni europee European Society of Cardiology/European Atherosclerosis Society del 2019 e anche su un consenso francese per la gestione delle dislipidemie nel 2016.