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Ipotermia intraoperatoria non provocata nell'adulto - 20/10/15

[36-413-A-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(15)73952-6 
C. Butrulle : Chef de clinique assistante, Y. Camus  : Praticien hospitalier, E. Delva : Praticien hospitalier, A. Lienhart : Professeur des Universités
 Département d'anesthésie et réanimation chirurgicale, 184, rue du Faubourg-Saint-Antoine, 75012 Paris, France 

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Riassunto

L'installazione di un'ipotermia intraoperatoria di solito moderata (  34,5-35,5°C) è la regola, in assenza di misure preventive sotto anestesia generale o locoregionale perimidollare. La ridistribuzione interna del calore ne è la causa principale, portando a una rapida caduta iniziale della temperatura centrale. La creazione di un debito calorico favorito dall'alterazione della termoregolazione aggrava, in seguito, l'ipotermia, fino a una temperatura interna di circa 34,5°C, dove la ricomparsa della vasocostrizione termoregolatrice permetterà la stabilizzazione tardiva della temperatura centrale a questo livello. Tuttavia, il debito calorico continua a peggiorare a causa delle perdite di calore a livello del compartimento periferico. La responsabilità propria dell'ipotermia nella comparsa di complicanze perioperatorie (ischemia miocardica e disturbi del ritmo, aggravamento del sanguinamento chirurgico, ascesso della parete, cicatrizzazione ritardata), che possono prolungare la durata del ricovero, è stata dimostrata. L'ipotermia può essere efficacemente prevenuta riscaldando la cute (di solito con coperte ad aria calda), a condizione di un utilizzo ottimale di tali mezzi. Tra le altre misure preventive, solo il riscaldamento di prodotti ematici labili è indispensabile in caso di trasfusione rapida. Il mantenimento della normotermia intraoperatoria fa ora parte della gestione di routine di tutti i pazienti anestetizzati.

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Parole chiave : Temperatura, Ipotermia, Riscaldamento cutaneo


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