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Amibiase (amoebose) hépatique - 25/04/16

[7-027-A-10]  - Doi : 10.1016/S1155-1976(16)71602-0 
T.O. Soko a : Spécialiste des hôpitaux des armées en imagerie médicale, P.S. Ba a : Spécialiste des hôpitaux des armées en pathologie infectieuse, T. Carmoi b : Professeur agrégé du Val de Grâce, chef du service de médecine interne, F. Klotz b,  : Professeur au Val de Grâce
a Hôpital principal de Dakar, BP 3006, 1, avenue Nelson-Mandela, Dakar, Sénégal 
b HIA du Val-de-Grâce, 74, boulevard de Port-Royal, 75230 Paris, France 

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Riassunto

L'amibiase hépatique est une grande cause de morbidité d'origine parasitaire. Fréquente sous les tropiques, elle peut être observée partout à travers le monde en raison des migrations humaines. L'agent causal, Entamoeba histolytica, colonise le foie à partir d'une ulcération de la muqueuse colique et y provoque la formation de cavités nécrotiques abactériennes. Dans sa forme aiguë, la plus fréquente, l'amibiase hépatique se présente cliniquement comme une hépatomégalie douloureuse et fébrile survenant à distance d'un éventuel épisode dysentérique transitoire. L'échographie oriente le diagnostic qui est confirmé par la biologie. Le traitement est en règle médical et le métronidazole est efficace dans les formes non compliquées. La prévention repose sur les mesures d'hygiène alimentaire.

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Mots-clés : Amibiase hépatique, Hépatomégalie, Entamoeba histolytica, Amoebicide


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