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Presbyacousie - 08/08/16

[20-185-C-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0351(16)60804-8 
D. Bouccara a,  : Praticien hospitalier, E. Ferrary a, b, c : Directeur de recherche Inserm, I. Mosnier a, c : Praticien hospitalier, O. Sterkers a, b, c : Professeur des Universités, praticien hospitalier
a Unité d'otologie, implants auditifs et chirurgie de la base du crâne, Service ORL, Groupe hospitalier Pitié-Salpêtrière, AP-HP, 47-83, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris, France 
b Université Pierre-et-Marie-Curie, Paris 6, France 
c UMR-S 1159 Inserm/Université Pierre-et-Marie-Curie, Paris 6, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

La presbyacousie, altération de l'audition liée au vieillissement, est la cause la plus fréquente de surdité de perception chez l'adulte. Les facteurs favorisants de cette atteinte sont d'ordres génétique et environnementaux, liés en particulier à l'exposition au bruit. Il existe une variabilité interindividuelle quant à l'âge d'installation de la presbyacousie et son évolutivité. Le diagnostic est établi devant la constatation d'une surdité de perception bilatérale et symétrique, prédominant sur les fréquences aiguës. L'altération de l'intelligibilité en audiométrie vocale est un élément pronostique. Les interactions entre la presbyacousie et les troubles cognitifs liés à l'âge ont été documentées par des études récentes. Ceci renforce l'intérêt du dépistage d'une atteinte auditive et sa prise en charge, à titre individuel et collectif. Le traitement optimal repose sur un appareillage audioprothétique bilatéral et précoce. Dans certains cas, la réhabilitation auditive bénéficie d'une prise en charge multidisciplinaire, comportant une rééducation orthophonique et un éventuel soutien psychologique. En l'absence d'amélioration, l'âge ne représente pas une contre-indication à l'implantation cochléaire.

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Mots-clés : Vieillissement, Handicap, Cochlée, Troubles cognitifs, Aides auditives, Implant cochléaire


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