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Traumi cranici del bambino - 07/11/16

[36-910-C-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(16)80802-6 
G. Orliaguet , L. Uhrig
 Département d'anesthésie-réanimation, Hôpital universitaire Necker-Enfants Malades, 149, rue de Sèvres, 75743 Paris, France 

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Riassunto

Il trauma cranico (CT) è la lesione più frequente nel bambino traumatizzato (60-70% dei casi), ma il trauma cranico grave ne rappresenta solo il 10% circa dei casi. L'analisi dell'evoluzione clinica immediatamente dopo l'incidente permette di definire tre categorie di CT: lieve, moderato e grave. Questa classificazione clinica molto semplice permette di stabilire le basi della gestione iniziale. Il bambino con trauma cranico grave deve essere considerato potenzialmente politraumatizzato. L'ipertensione intracranica post-traumatica è più frequente nei bambini che negli adulti, soprattutto a causa di una compliance cerebrale inferiore. Nei bambini, a causa di una zona di autoregolazione vascolare cerebrale più stretta, per una stessa piccola variazione di pressione arteriosa media, il flusso ematico cerebrale può variare in modo significativo e portare o a un'ischemia cerebrale o a un'iperemia con un aumento della pressione intracranica. Tutti i metodi di monitoraggio utilizzati hanno dei limiti e non forniscono le stesse informazioni; è, quindi, usuale associarli nel quadro di un monitoraggio multimodale. Benché i dati siano meno chiari che nell'adulto, mantenere una pressione di perfusione cerebrale maggiore o uguale a 45-50 mmHg nei lattanti e maggiore o uguale a 55-65 mmHg nei bambini più grandi sembra l'obiettivo terapeutico da raggiungere. La maggior parte delle terapie proposte nell'adulto è utilizzabile nel bambino, a condizione di realizzare un adeguamento che tenga conto della fisiologia e della farmacologia del bambino.

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Parole chiave : Trauma cranico, Coma, Pressione intracranica, Ipertensione intracranica, Politrauma, Bambini


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