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Rupture traumatique de l'isthme aortique - 11/06/18

[11-655-A-10]  - Doi : 10.1016/S1166-4568(18)45100-5 
T. Olivier, L. Haider, K. Adamou-Nouhou, L. Revelli, A. Millon, F. Farhat
 Service de chirurgie cardiovasculaire B, Hôpital cardiovasculaire et pneumologique Louis-Pradel, Université Claude-Bernard, Inserm UMR 1060, 28, avenue du Doyen-Lépine, 69677 Bron cedex, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

Une rupture de l'isthme aortique est à rechercher devant tout traumatisme violent à haute cinétique. Son diagnostic doit être évoqué devant des signes de chocs cliniques et confirmé par l'imagerie. Si des radiographies répétées du thorax ainsi qu'une échographie cardiaque par voie transœsophagienne peuvent orienter le diagnostic, celui-ci repose principalement sur un angioscanner thoraco-abdomino-pelvien. Le stade de la lésion est ainsi déterminé et définit le choix du traitement. Si la chirurgie classique a constitué pendant longtemps le traitement de première intention dans la majorité des cas, les approches endovasculaires deviennent de plus en plus systématiques du fait d'un recul montrant une garantie de leur résultat à long terme, ainsi que de la présence le plus souvent d'instabilité hémodynamique ou de lésions associées, rendant un traitement chirurgical à risque de mortalité non négligeable.

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Mots-clés : Isthme, Traumatisme, Endovasculaire


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  • S. Kownator, J.-P. Beregi, P. Delsart, P. Lacroix, P.-Y. Marie, E. Messas, D. Mohty, C. Mounier Vehier, M. Perrin, A. Rossi, V. Aboyans, au nom du groupe vasculaire thrombose de la Société française de cardiologie

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