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Hyperéosinophilie et syndromes hyperéosinophiliques - 01/01/02

[13-009-A-10]
Lionel Prin : Professeur des Universités, praticien hospitalier, coordonnateur du réseau éosinophile
Sébastien Lepers : Assistant hospitalier universitaire, coordonnateur du réseau éosinophile
Anne-Sophie Roumier : Assistant hospitalier universitaire
Laboratoire d'immunologie, faculté de médecine, place de Verdun, 59045 Lille cedex France

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Riassunto

Une démarche méthodique d'investigation s'impose devant la découverte de toute hyperéosinophilie sanguine (plus de 0,5 × 109 éosinophiles/L) et/ou tissulaire. L'anamnèse, le contexte clinicobiologique, mais aussi les caractéristiques de l'hyperéosinophilie (niveau, ancienneté, courbe évolutive et localisation des infiltrats tissulaires d'éosinophiles) sont autant d'éléments indispensables à l'enquête diagnostique. En raison de leur fréquence, les causes parasitaires, allergiques, médicamenteuses sont d'abord évoquées. Si l'hyperéosinophilie sanguine est massive (> 1,5 × 109/L), l'enquête s'oriente d'abord vers une parasitose mais d'autres causes plus rares sont recherchées (hémopathies, tumeurs malignes). L'hyperéosinophilie apparaît parfois au premier plan comme un élément caractéristique de la maladie (dermatoses, poumon éosinophile...). Dans d'autres circonstances, elle n'est qu'un signe associé à des affections très variées, parfois graves (maladies de système). Plus rarement, l'hyperéosinophilie ne s'accompagne d'aucun élément évocateur et l'enquête étiologique demeure infructueuse. Ce syndrome d'hyperéosinophilie essentielle est aujourd'hui partiellement démembré grâce à la mise en évidence de dérèglements qui affectent, soit la lignée éosinophile (hyperéosinophilies primitives clonales), soit une autre lignée (hyperéosinophilies paraclonales).



Parole chiave : parasitoses, allergie, maladies de système, hémopathies, hyperéosinophilie clonale, hyperéosinophilie paraclonale

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