Rischio infettivo trasfusionale - 26/06/18
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Riassunto |
Il rischio infettivo trasfusionale è stato oggetto di molte misure che consentono, oggi, di affermare che esso è ben controllato. Il rischio virale appare eccezionale in seguito ai progressi compiuti a partire dagli anni bui della contaminazione dei trasfusi da parte del virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Tuttavia, se i rischi residui legati ai principali agenti virali (HIV, virus dell'epatite B e C, HTLV [human T-lymphotropic virus]) sono oggi estremamente bassi, esistono forti differenze di rischio tra paesi industrializzati e paesi poveri. Peraltro, altre situazioni a rischio infettivo, soprattutto virale, interessano solo i territori abituali (dipartimenti e regioni d'oltremare) e appaiono legate sia alle modificazioni climatiche sia alle migrazioni delle popolazioni; si tratta di fenomeni di emergenza e riemergenza legati all'impianto di vettori (zanzare) che trasmettono determinati virus (virus del Nilo occidentale, virus chikungunya e dengue) in territori metropolitani (Francia meridionale).
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Rischio infettivo trasfusionale, Sicurezza trasfusionale, Donazione di sangue, Prodotti sanguigni labili, Tecniche di inattivazione dei patogeni, Agenti patogeni riemergenti
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