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Microsaignements intracérébraux - 19/11/18

[17-046-B-90]  - Doi : 10.1016/S0246-0378(18)85826-2 
L. Puy a, b, C. Cordonnier a, b,
a Service de neurologie et pathologie neurovasculaire, Centre hospitalier universitaire de Lille, Hôpital Salengro, boulevard Émile-Laine, 59000 Lille, France 
b Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) U1171, Université de Lille, 1, place de Verdun, 59045 Lille, France 

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Riassunto

Les microsaignements cérébraux ou microbleeds (MB) cérébraux sont de petites lésions arrondies visibles en imagerie par résonance magnétique (IRM), hypo-intenses sur les séquences en écho de gradient (GRE) T2* ou en séquence de susceptibilité magnétique. On observe des MB chez environ 5 % des sujets âgés sains, 30 % des patients aux antécédents d'accident vasculaire cérébral (AVC) ischémique, 60 % des patients aux antécédents d'hémorragie cérébrale et 20 % des patients atteints d'une maladie d'Alzheimer. Ils sont des marqueurs de la sévérité de la maladie cérébrovasculaire sous-jacente et constituent un élément d'orientation du diagnostic étiologique des microangiopathies : les MB exclusivement lobaires sont en faveur d'une angiopathie amyloïde cérébrale (AAC), les MB profonds en faveur d'une artériopathie des perforantes profondes. Ils pourraient également être un marqueur de risque vasculaire (de nature hémorragique ou ischémique) mais également d'un risque de déclin cognitif, de handicap et de décès.

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Mots-clés : Microsaignements cérébraux, Microbleeds, Microangiopathie, Accident vasculaire cérébral, Cognition, Imagerie cérébrale


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