I disturbi minzionali costituiscono il sintomo urinario più frequente nei bambini e devono essere sottoposti a uno screening di routine durante una visita pediatrica. Nella pratica quotidiana, l'insorgenza di un'infezione del tratto urinario nel contesto di disturbi minzionali è molto frequente e deve sempre essere ricercata in un bambino con cistite o pielonefrite, soprattutto se le infezioni si ripresentano. Un'anamnesi meticolosa e un esame obiettivo mirato (palpazione addominale, esame neurologico e ortopedico degli arti inferiori e della colonna vertebrale) permettono, il più delle volte, di orientare la diagnosi e di risolvere i tre quarti dei casi di disturbi da svuotamento da parte di un medico di prima linea. Un'ecografia renale e del tratto urinario (vescica piena, con ricerca di un residuo postminzionale) e uno stick urinario sono utili nella maggior parte dei casi, mentre gli altri esami complementari devono essere discussi caso per caso. Le conseguenze dei disturbi minzionali possono essere molteplici (infezione del tratto urinario, reflusso vescicoureterale, aumento della pressione vescicale, uropatie secondarie, difficoltà nell'apprendimento minzionale e impatto psicologico e sulla qualità della vita) e devono essere rilevate e prese in considerazione, tanto più se esiste una situazione a rischio renale (in particolare una vescica iperattiva con elevata resistenza). La gestione dei disturbi minzionali nei bambini associa in primo luogo delle regole “semplici”, così come una gestione della ritenzione fecale spesso associata. Se queste misure falliscono, possono essere proposti dei trattamenti farmacologici e una rieducazione vescicosfinterica.