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Biothérapies des maladies inflammatoires chroniques de l'intestin - 13/05/20

[9-057-G-15]  - Doi : 10.1016/S1155-1968(20)92359-3 
R. Altwegg
 Service d'hépato-gastro-entérologie, CHU Saint-Éloi, 80, avenue Augustin-Fliche, 34295 Montpellier cedex 5, France 

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Résumé

Les biothérapies ont révolutionné la prise en charge des patients atteints de maladies inflammatoires chroniques de l'intestin (MICI), en diminuant les signes cliniques, la progression de la maladie, et en limitant ainsi les conséquences sur la qualité de vie et le handicap fonctionnel. Les biothérapies actuellement utilisées dans la maladie Crohn sont les anti-tumor necrosis factor (TNF), le védolizumab et l'ustékinumab, et ceux dans la rectocolite hémorragique sont les anti-TNF et le védolizumab. Le bilan prébiothérapie est indispensable, et il faut connaître la surveillance habituelle des patients sous biothérapie. L'utilisation de la combothérapie est recommandée sous anti-TNF, mais il n'existe pas de donnée actuellement avec les autres biothérapies. Le risque d'échec primaire et d'échappement secondaire sous anti-TNF est important, et le dosage des taux sériques des médicaments peut nous aider dans la prise en charge. L'utilisation enfin des anti-TNF est possible au cours de la grossesse et de l'allaitement, mais n'est pas recommandée actuellement avec le védolizumab et l'ustékinumab.

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Mots-clés : Maladie de Crohn, Rectocolite hémorragique, Anti-TNF, Védolizumab, Ustékinumab


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