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Cause cardiache di embolia cerebrale - 24/07/20

[17-046-C-10]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(20)44011-5 
A. Lionnet a, C. Cueff, MD b, S. de Gaalon, MD a, T. Manigold, MD b, M. Sévin, MD a, N. Testard, MD a, B. Guillon, MD a
a Unité neurovasculaire, Service de neurologie, Hôpital G&R Laennec, CHU de Nantes, 44093 Nantes cedex 1, France 
b Service de cardiologie, CHU de Nantes, 44093 Nantes cedex 1, France 

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Riassunto

Un'embolia cerebrale di origine cardiaca è responsabile del 25-30% degli infarti cerebrali. Questa proporzione aumenta con l'età e, dopo i 90 anni, oltre il 50% degli infarti è di origine cardioembolica, principalmente a causa di una fibrillazione atriale. L'origine cardiaca dell'embolia cerebrale è importante da determinare, perché impone un trattamento specifico, che spesso si basa su un'efficace anticoagulazione. Questa identificazione è, talvolta, semplice, ma può anche richiedere indagini complesse o prolungate per evidenziare un disturbo del ritmo parossistico o un trombo intracardiaco. L'origine è difficile da affermare, se esistono diverse potenziali fonti di infarto. La fibrillazione atriale non valvolare è la cardiopatia emboligena più frequente, ma costituisce una malattia eterogenea. La comparsa degli anticoagulanti orali diretti ha notevolmente semplificato la gestione terapeutica della fibrillazione e ha permesso di ridurre il rischio di complicanze emorragiche, in particolare cerebrali. Il ruolo di alcune anomalie morfologiche cardiache resta incerto (prolasso della valvola mitrale, escrescenza di Lambl, ecc.), mentre ora è dimostrata l'imputabilità di altre anomalie, come nel caso del forame ovale pervio, dopo la pubblicazione contemporanea di tre studi interventistici nel 2017. Alcune cardiopatie richiedono un trattamento specifico per eliminare definitivamente la fonte di embolia (forame ovale pervio, tumore, endocardite, ecc.) o richiedono sempre il ricorso alle antivitamine K, come nel caso delle valvole meccaniche. La prognosi dell'infarto cerebrale di origine cardioembolica è generalmente peggiore perché gli emboli sono più voluminosi e il volume dell'infarto è maggiore, portando a una maggiore mortalità precoce e tardiva. In urgenza, la gestione è quella di qualsiasi infarto cerebrale acuto e può includere le tecniche di ricanalizzazione, come la trombolisi endovenosa in assenza di controindicazioni e/o la trombectomia meccanica.

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Parole chiave : Accidente vascolare cerebrale, Infarto cerebrale, Cardiopatia, Embolia, Anticoagulante, Ecocardiografia


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