Traumi chiusi del fegato. Principi di tecnica e di tattica chirurgiche - 14/12/20
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Riassunto |
La stragrande maggioranza dei traumi epatici in Francia si verifica durante contusioni chiuse dell'addome. I progressi compiuti negli ultimi 20 anni, che hanno visto la mortalità globale dimezzata, derivano da diversi cambiamenti di atteggiamento. In primo luogo, l'opzione non operatoria è preferita in oltre l'80% dei casi, grazie a un monitoraggio stretto ed essenzialmente clinico e al supporto considerevole della tomografia computerizzata e dell'embolizzazione arteriosa. L'indicazione secondaria di laparotomia o laparoscopia (celiotomia differita) rappresenta un concetto che si inserisce nella strategia dell'opzione non operatoria iniziale. Inoltre, la tecnica a cielo aperto di trattamento delle lesioni emorragiche attive è diventata decisamente conservativa, non appena si riscontrano segni di gravità riguardanti le lesioni epatiche stesse o le condizioni dell'infortunato. Una rianimazione molto attiva e una radiologia interventistica aggressiva (embolizzazione arteriosa) devono rientrare in questo tipo di cure. La conoscenza delle emorragie “non chirurgiche”, dovute alla combinazione di acidosi-ipotermia-coagulopatia, ha fatto applicare ai traumi chiusi del fegato il concetto di laparotomia accorciata con reintervento ulteriore. Il tamponamento periepatico precocemente deciso e correttamente realizzato ha costituito un progresso tecnico decisivo in questo contesto.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Traumi del fegato, Laparotomia accorciata, Damage control, Laparotomia differita, Laparostomia aspirativa, Vacuum Pack, Sindrome compartimentale addominale
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