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Atrophie multisystématisée - 02/10/08

[17-062-D-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0378(08)53128-9 
E. Krim  : Chef de clinique-assistante, F. Tison : Professeur des Universités
Département de neurologie, groupe hospitalier Sud, hôpital Haut-Lévêque, avenue de Magellan, 33604 Pessac, France 

Auteur correspondant.

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Résumé

L'atrophie multisystématisée est une affection neurodégénérative sporadique de l'adulte d'étiologie inconnue et de survie brève. Elle est caractérisée sur le plan clinique par la combinaison variable d'un syndrome parkinsonien dopa-résistant, d'un syndrome cérébelleux, d'une dysautonomie et d'un syndrome pyramidal. L'établissement de critères diagnostiques consensuels a permis de mieux définir la maladie. Ces critères sont cliniques, mais les examens paracliniques peuvent aider au diagnostic différentiel. Le diagnostic de certitude est anatomopathologique et repose sur la mise en évidence d'inclusions oligodendrogliales alpha-synucléines positives. Depuis ces découvertes en biologie moléculaire, l'atrophie multisystématisée est classée parmi les « alpha-synucléinopathies » comme d'autres affections neurodégénératives, comme la démence à corps de Lewy ou la maladie de Parkinson. Les modèles animaux permettent une meilleure compréhension de la maladie bien que la physiopathologie reste incertaine. Les traitements sont symptomatiques et limités à l'exception d'une réponse partielle et transitoire à la lévodopa chez une minorité de patients. Cependant, des agents neuroprotecteurs sont actuellement en cours d'essai.

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Mots clés : Atrophie multisystématisée, Syndrome parkinsonien, Syndrome cérébelleux, Dysautonomie, Alpha-synucléine, Affection neurodégénérative

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