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Fractures de jambe - 17/08/09

[31-030-E-10]  - Doi : 10.1016/S1257-5143(09)49942-4 
J.-C. Dosch  : Praticien hospitalier, ancien professeur conventionné de l'Université Louis Pasteur de Strasbourg, T. Moser : Chef de clinique, M.-G. Dupuis : Praticien hospitalier
Service de radiologie, Centre de chirurgie orthopédique et de la main Illkirch, BP 49, 67098 Strasbourg cedex, France 

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Résumé

Les fractures de jambe concernent les lésions isolées ou combinées des diaphyses tibiale et fibulaire. Il s'agit typiquement d'une pathologie du sujet jeune. L'imagerie de ces fractures repose avant tout sur la radiographie conventionnelle. Les fractures du tiers inférieur lèsent volontiers les parties molles, avec pour conséquences un retard de consolidation osseuse et une majoration du risque infectieux. Les complications vasculonerveuses, heureusement rares, peuvent s'avérer redoutables. Il n'existe pas de réel consensus pour le traitement de ces fractures : il est plutôt orthopédique pour les fractures simples, fermées et stables après réduction, chirurgical pour les autres. L'appréciation de la consolidation osseuse est souvent entravée par les montages chirurgicaux, en particulier en présence d'un fixateur externe. La consolidation est d'autant plus lente que la fracture est complexe. Le taux de complications (pseudarthrose, infection, nécrose musculaire) varie selon le type de fracture et le mode de traitement.

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Mots clés : Traumatisme, Fracture de la jambe


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