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Tests d'intelligence chez l'enfant, l'adolescent et l'adulte - 24/08/09

[37-032-A-30]  - Doi : 10.1016/S0246-1072(09)52765-4 
M. Huteau  : Professeur honoraire
Conservatoire national des arts et métiers, Institut national d'étude du travail et d'orientation professionnelle, 41, rue Gay-Lussac, 75005 Paris, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Psychiatrie

Résumé

Les premiers tests d'intelligence apparus à la fin du xixe siècle étaient peu convaincants car ils évaluaient des processus psychologiques élémentaires. Alfred Binet, en 1905, présente le premier test valide pour le diagnostic de l'arriération mentale. C'est un test constitué d'épreuves variées sollicitant toutes des processus mentaux complexes. Au même moment, en Angleterre, Charles Spearman jette les bases d'une méthode d'analyse des corrélations (l'analyse factorielle) qui permet de définir les dimensions de l'intelligence. Les travaux sur la structure des aptitudes intellectuelles et sur le fonctionnement cognitif vont conduire à un renouvellement des tests d'intelligence. Plusieurs catégories de tests sont présentées : les échelles d'intelligence générale, et plus particulièrement les échelles de David Wechsler, les tests d'inspiration neuropsychologique, les tests issus de la théorie du développement de Jean Piaget, les tests factoriels, et des tests spécialement élaborés pour l'analyse des déficiences et des troubles du développement.

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Mots clés : Développement logique, Dimensions de l'intelligence, Intelligence fluide, Intelligence cristallisée, Psychologie cognitive, Quotient intellectuel


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