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Cathétérisme interventionnel chez le nouveau-né et l'enfant - 02/12/09

[11-940-J-10]  - Doi : 10.1016/S1166-4568(10)27718-5 
F. Godart  : Professeur des Universités
Service des maladies cardiovasculaires infantiles et congénitales, Hôpital cardiologique, centre hospitalier régional universitaire de Lille et faculté de médecine Lille 2, boulevard du Professeur-Leclercq, 59037 Lille cedex, France 

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Résumé

Le cathétérisme interventionnel a complètement révolutionné la prise en charge et le traitement des cardiopathies congénitales chez l'enfant depuis le milieu des années 1960. On a vu successivement apparaître la fermeture de multiples shunts gauche-droite : canal artériel, communication interauriculaire, communication interventriculaire, fistule coronarocardiaque... avec différents obturateurs. De façon parallèle, les techniques de valvuloplastie percutanée avec une sonde à ballonnet pour corriger une sténose valvulaire aortique et pulmonaire se sont développées, puis ensuite l'angioplastie dans la sténose des branches pulmonaires et la coarctation de l'aorte, souvent associée à l'implantation d'une endoprothèse. Le challenge actuel est la mise en place percutanée de valve pulmonaire, et aortique chez le sujet plus âgé, avec vraisemblablement une extension des indications dans un futur proche. Toutes ces techniques sont amenées à se développer avec la miniaturisation constante du matériel, les progrès de l'imagerie (échographie endocardiaque ou vasculaire, imagerie par résonance magnétique interventionnelle, radioscopie moins irradiante et plus performante), l'apport des nanotechnologies et du tissu-ingénierie, et enfin l'apparition de techniques hybrides médicochirurgicales.

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Mots clés : Cathétérisme chez l'enfant, Cardiopathies congénitales, Endoprothèse chez l'enfant


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