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Basi molecolari del morbo di Parkinson - 28/04/10

[17-001-A-45]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(10)57270-2 
S. Lesage a, b : Docteur es sciences, A. Brice a, b, c,  : Professeur des Universités, praticien hospitalier
a INSERM, CRicm UMR S975 (anciennement UMR S679), 47, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris, France 
b Université Pierre et Marie Curie 6, CRicm UMR S975, 47, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris, France 
c Département de génétique, cytogénétique et embryologie, AP-HP, Hôpital Pitié-Salpêtrière, 47-83, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris, France 

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Riassunto

La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa per frequenza ed è caratterizzata da una perdita progressiva dei neuroni dopaminergici e da un accumulo di corpi di Lewy. In questi ultimi 10 anni l'identificazione di almeno 13 loci e 9 geni (Parkina, PINK1, DJ-1, ATP13A2, SNCA, UCHL1, LRRK2, GIGYF2 e Omi/HTRA2) implicati nelle forme familiari e sporadiche del morbo di Parkinson ha permesso di comprendere meglio la fisiopatologia di questa complessa entità. Le forme monogeniche hanno una frequenza variabile a seconda dell'origine etnica delle popolazioni studiate. Un effetto di dose del gene è osservato per il gene SNCA e il fenotipo dei portatori delle mutazioni è spesso quello di una sindrome parkinsoniana tipica. La penetranza di alcune mutazioni dipende dall'età e, a volte, è incompleta. Alcuni geni implicati nelle forme monogeniche della malattia di Parkinson sono anche fattori di rischio in alcuni casi sporadici.

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Parole chiave : Malattia di Parkinson, Genetica, Forme monogeniche, Trasmissione autosomica dominante, Trasmissione autosomica recessiva, Casi sporadici, Fattori di suscettibilità


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