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Que deviennent les patients ressuscités ? - 09/06/10

Doi : 10.1016/j.lpm.2010.02.042 
Jérôme Fichet 1, Florence Dumas 2, Hélène Charbonneau 1, Olivier Giovanetti 2, Alain Cariou 1, 2,
1 Service de réanimation médicale, hôpital Cochin (AP–HP), 75679 Paris cedex 14, France 
2 Inserm U970, université Paris Descartes, 75015 Paris, France 

Alain Cariou, Service de réanimation médicale, hôpital Cochin–Saint-Vincent-de-Paul–La-Roche-Guyon, 27, rue du Faubourg-Saint-Jacques, 75679 Paris cedex 14, France.

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Points essentiels

Malgré les avancées récentes réalisées en matière de prise en charge, l’arrêt cardiaque demeure une pathologie grave dont le taux de survie est très faible.

Si la mortalité préhospitalière reste le problème majeur, la mortalité hospitalière est néanmoins importante. Les conséquences cérébrales sont responsables des deux tiers des décès en réanimation.

Le risque de récidive chez les victimes de mort subite est important, nécessitant une prise en charge spécialisée et, parfois, l’implantation d’un défibrillateur implantable.

La survie globale à moyen terme des patients sortis de l’hôpital est satisfaisante, proche de celle des patients de mêmes comorbidités n’ayant pas présenté d’arrêt cardiaque.

Les séquelles cérébrales dites « mineures » demeurent méconnues et leur impact sur la qualité de vie nécessite des études supplémentaires.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Key points

In spite of recent advances, cardiac arrest remains a serious illness for which survival rate stays very low.

If prehospital death remains the major problem, in-hospital death is also important. Two thirds of deaths in intensive care are the result of initial brain damage.

After discharge, risk of recurrence for victims of sudden death is important and requires specific care and sometimes the implant of a cardiac defibrillator.

In survivors, medium and long-term survival is satisfactory and close to that of patients with similar age and comorbidities that have not suffered cardiac arrest.

The « minor » cerebral sequels remain unknown and their impact on quality of life needs further attention.

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Vol 39 - N° 6

P. 694-700 - Giugno 2010 Ritorno al numero
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