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Tecniche dei bypass gastrici per obesità - 24/11/10

[40-390]  - Doi : 10.1016/S1283-0798(10)58420-1 
J.-M. Chevallier  : Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux
Faculté de médecine Paris 5-René Descartes, Service de chirurgie digestive, Hôpital européen Georges Pompidou, 20, rue Leblanc, 75015 Paris, France 

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Riassunto

Il trattamento dell'obesità, quando essa comprometta la prognosi quoad vitam, è attualmente di competenza chirurgica. Le tecniche intervengono configurando sia con meccanismo di restrizione gastrica, sia una condizione di malassorbimento intestinale. Il bypass gastrico ha il vantaggio di associare questi due meccanismi essendo più efficace delle tecniche restrittive come l'anello e meno pericoloso delle tecniche malassorbitive quali la derivazione biliopancreatica. Il bypass gastrico associa la confezione di una piccola tasca gastrica alla risalita di un'ansa del tenue situata 1,5 cm a valle dell'angolo di Treitz e collegata alla tasca gastrica con un'anastomosi gastrodigiunale. Le secrezioni biliari e pancreatiche raggiungono l'ansa alimentare mediante un'enteroenterostomia a piede d'ansa. L'anastomosi gastrodigiunale può essere confezionata manualmente o mediante suturatrice automatica lineare o circolare. Se si esegue dapprima un montaggio a «omega», lo si potrà poi convertire in ansa a Y. Si può anche optare per un semplice bypass a «omega» che prevede solo un'anastomosi gastrodigiunale e riduce le complicanze garantendo la medesima efficacia. Le anastomosi circolari sono interamente meccaniche e quindi più facilmente riproducibili, ma comportano un rischio infettivo e di stenosi maggiore. È stato di recente pubblicato come dopo un bypass gastrico in paziente diabetico di tipo II, la glicemia a digiuno si sia normalizzata molto rapidamente prima ancora della perdita di peso, aprendo quindi la possibilità di una vera e propria «chirurgia metabolica».

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Parole chiave : Bypass, Obesità, Mini-bypass, Restrizione gastrica, Malassorbimento intestinale


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