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Anestesia in neurochirurgia - 01/01/05

[36-613-B-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(05)44444-8 
N. Bruder a, P. Ravussin b,
a Département d'Anesthésie-Réanimation, Hôpital de la Timone, 13000 Marseille, France 
b Département d'anesthésiologie et de réanimation, Hôpital de Sion, Réseau Santé Valais, Avenue du Grand-Champsec 80, 19050 Sion, Suisse 

*Indirizzo per la corrispondenza.

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Riassunto

In questi ultimi anni, le conoscenze sull'effetto delle tecniche anestesiologiche sul cervello hanno avuto uno sviluppo notevole. La migliore comprensione dell'effetto delle terapie e la comparsa di nuovi agenti hanno molto semplificato la gestione anestesiologica nella maggior parte delle situazioni. Questa facilità apparente non deve far perdere di vista l'elevata morbilità associata alla chirurgia intracranica. L'anestesista ha sicuramente un ruolo importante da svolgere nella prevenzione e la terapia di queste complicanze. Ciò richiede una buona conoscenza della fisiopatologia della circolazione e del flusso ematico cerebrale durante l'anestesia, ma anche conoscenza delle modificazioni legate alla postura, delle conseguenze emodinamiche cerebrali del risveglio, del trattamento del dolore, della prevenzione della nausea e del vomito, dell'effetto residuo degli anestetici sulle funzioni neurologiche, della prevenzione e il trattamento delle crisi epilettiche, dei rischi specifici legati alle diverse procedure neurochirurgiche, dei mezzi per un'eventuale protezione cerebrale. L'anestesia in neurochirurgia quindi non si improvvisa. Questa è la ragione per cui viene riservato uno spazio piuttosto ampio alla fisiopatologia nelle pagine seguenti di questo testo. In effetti, se una lettura dei capitoli da V a VIII può essere sufficiente per l'anestesista che si confronta occasionalmente con la neurochirurgia, la comprensione degli obiettivi da rispettare nei pazienti a rischio neurologico richiede una conoscenza più vasta.

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Parole chiave : Anestesia in neurochirurgia, Risveglio in neurochirurgia


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