Aspetti etici degli stati vegetativi - 01/01/01
Service de neurologie et des maladies neuromusculaires, CHU de la Timone, 13385 Marseille cedex 5 France
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Riassunto |
La condizione di non-risposta cerebrale persistente, generalmente definita «stato vegetativo persistente», è diventata sempre più frequente. I recenti progressi della medicina assicurano sempre più il mantenimento della vita corporea, a causa dell'assistenza cardiopolmonare e del mantenimento delle funzioni fisiologiche. Dal 1950 lo sviluppo delle tecniche di rianimazione corregge le grandi insufficienze degli organi viscerali, facendo raggiungere una percentuale di sopravvivenza che supera l'80%. Persistendo le condizioni di coma, si stabiliscono delle situazioni cliniche nuove il cui esempio estremo è una dissociazione tra la perdita delle funzioni cognitive e la conservazione delle funzioni vegetative, condizione che è stata definita, a volte, peggiore della morte.
Al di là degli aspetti puramente medici, la cronicità di tale condizione è all'origine di domande diverse di ordine economico (il mantenimento in vita di un paziente in questo stato è considerevolmente costoso per la società), legale (un tale paziente è nell'incapacità di accettare, di rifiutare, di considerare ogni soluzione proposta), morale (considerando le convinzioni escatologiche di ciascuno), religioso (ogni «suicidio assistito» è rifiutato da diverse religioni). Inoltre, la necessità sempre più impellente di organi destinati a dei trapianti rende imperative delle nozioni precise sulla morte cerebrale.
Così è apparsa, poco a poco, la necessità di un'etica degli stati vegetativi persistenti. Nonostante studi sempre più numerosi, molti casi richiedono una decisione particolare, in funzione di fattori differenti [20] . Malgrado i tentativi di consenso le controversie rimangono numerose.
Parole chiave : stato vegetativo, coma, locked-in syndrome, morte cerebrale, trauma
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