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Encefaliti di origine virale - 01/01/02

[17-050-A-10]
Patrick Vermersch : Professeur des Universités, praticien hospitalier
Clinique neurologique, hôpital Roger-Salengro, centre hospitalier universitaire de Lille, 20, avenue Oscar-Lambret, 59037  Lille cedex France
D Caparros-Lefebvre : Praticien hospitalier, service de neurologie
Centre hospitalier universitaire de Pointe-à-Pitre-Abymes, 97159  Pointe-à-Pitre  France

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Riassunto

I progressi della radiologia morfologica e della biologia molecolare hanno modificato il nostro approccio rispetto alle encefaliti virali. Questi strumenti, dotati di una sensibilità che si avvicina al 100% per alcuni virus, possono tuttavia essere utilizzati solo se è stata ipotizzata una diagnosi. I quadri semeiologici sono molto variabili e il medico è portato a sospettare la diagnosi di encefalite virale, non soltanto in presenza di quadri neurologici, ma talvolta anche in ambito psichiatrico o di rianimazione. Il semplice sospetto di un'origine erpetica, in presenza, per esempio, di una semeiologia temporale, deve portare alla prescrizione di acyclovir, prima che la diagnosi sia confermata, rapidamente ottenuta con le tecniche di amplificazione genica. La responsabilità di altri virus, sensibili a terapie specifiche, viene talvolta sospettata in un contesto di immunodepressione o in caso di interessamento di altri organi. È quanto accade nel caso del Citomegalovirus, sensibile al ganciclovir e al foscarnet, che colpisce di preferenza il paziente immunodepresso con lesione alla retina e al colon. In altre circostanze, la diagnosi è orientata dal riferimento fatto dal paziente a un soggiorno in una zona endemica. Per alcuni di questi virus, solamente l'approccio vaccinale risulta promettente.



Parole chiave : encefalite virale, necrosi temporale, sindrome di Korsakoff

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