Sommario

Emorragie gravi del secondamento: legature vascolari, isterectomia o embolizzazione? - 01/01/05

[41-910]
F. Sergent
B. Resch
E. Verspyck
Clinique gynécologique et obstétricale, hôpital Charles-Nicolle, 1, rue de Germont, 76031 Rouen cedex France
B. Rachet
Département d'anesthésie-réanimation, hôpital Charles-Nicolle, 1, rue de Germont, 76031 Rouen cedex France
E. Clavier
Service de neuroradiologie et radiologie interventionnelle, hôpital Charles-Nicolle, 1, rue de Germont, 76031 Rouen cedex France
L. Marpeau
Clinique gynécologique et obstétricale, hôpital Charles-Nicolle, 1, rue de Germont, 76031 Rouen cedex France

Riassunto

Questo articolo è una revisione aggiornata delle conoscenze sulle diverse metodologie di gestione delle emorragie del post-partum refrattarie alla terapia medica e ostetrica. Le fonti informatiche dei dati sono quelle disponibili in PubMed, Medline® limitate alle pubblicazioni in lingua inglese e francese. L'atonia uterina e le anomalie dell'inserzione placentare (placenta previa o accreta) sono le cause più comunemente coinvolte in questa patologia. Per preservare l'utero disponiamo della radiologia interventistica con l'embolizzazione o della chirurgia con le legature vascolari. L'embolizzazione è un metodo poco invasivo, realizzabile attraverso un semplice cateterismo in anestesia locale. Le legature vascolari richiedono di norma una laparotomia ed interessano i peduncoli uterini o le arterie iliache interne. Le plicature e le sepimentazioni uterine sono tecniche chirurgiche recenti, facili da realizzare, ma per le quali non c'è sufficiente esperienza per un'analisi retrospettiva. Nell'atonia, il successo dell'embolizzazione e delle legature dei peduncoli uterini è prossimo al 100%. La legatura delle arterie iliache interne è indubbiamente più difficile da realizzare dal punto di vista tecnico. Tuttavia, resta un approccio interessante nelle lesioni traumatiche ostetriche che non interessano l'utero. Nelle emorragie provenienti dal segmento inferiore in corso di taglio cesareo, si impone la legatura bassa delle arterie uterine. Tutti questi metodi sono tanto più efficaci quanto più realizzati precocemente, prima della comparsa di gravi disturbi coagulativi. In questi casi, la devascolarizzazione uterina va applicata anche ai peduncoli lombo-ovarici. Di fronte a una placenta accreta, la porzione adesa di placenta può essere lasciata in sede mentre si effettuano l'embolizzazione o le legature vascolari. Tuttavia, qualunque sia la tecnica, la principale causa di fallimento del trattamento conservativo è legata alla placenta accreta. Devono essere prese in considerazione le tecniche più semplici e gravate dal minor numero di rischi e sequele. Dopo un parto naturale si interviene con l'embolizzazione, a patto che lo stato emodinamico della paziente sia stabile e che il centro di radiologia interventistica sia vicino. Durante un taglio cesareo si interviene con la legatura progressiva dei peduncoli uterini a seconda della causa del sanguinamento. In caso di fallimento di un trattamento conservativo, sarebbe pericoloso moltiplicare le tecniche. In questa situazione, l'isterectomia d'emostasi conserva la sua valenza.



Parole chiave : Embolizzazione radiologica, Emorragia post-partum, Isterectomia d'emostasi, Legature vascolari

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