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Cause cardiache di embolia cerebrale - 01/01/06

[17-046-C-10]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(06)45943-2 
E. Touzé , O. Varenne, D. Calvet, J.-L. Mas
Service de neurologie, hôpital Sainte-Anne, 1, rue Cabanis, 75674 Paris cedex 14, France 

*Indirizzo per la corrispondenza.

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Riassunto

Circa il 20% degli infarti cerebrali è conseguenza di un'embolia di origine cardiaca. Gli infarti cerebrali di origine cardioembolica sono generalmente gravi, perché di grandi dimensioni e associati a un'elevata mortalità precoce e tardiva. Il rischio di recidiva precoce e tardiva è inoltre più importante di quello degli infarti cerebrali legati a un'altra causa. La diagnosi di infarto cerebrale cardioembolico è ancora difficile e richiede una valutazione eziologica esaustiva. I progressi recenti riguardo le indagini cardiologiche hanno consentito di migliorare la diagnosi delle cardiopatie e di identificare nuove potenziali fonti di embolia. La fibrillazione non reumatica è attualmente di gran lunga la più frequente cardiopatia emboligena, ma è una patologia molto eterogenea. Il ruolo di alcune cardiopatie (forame ovale pervio, aneurisma del setto interatriale, prolasso della valvola mitrale, strand valvolari ecc .) resta incerto. Il trattamento preventivo delle embolie cerebrali di origine cardiaca si basa essenzialmente sugli anticoagulanti. Il vantaggio di questo trattamento dipende tuttavia dal rischio assoluto di infarto embolico, che è molto variabile da una cardiopatia all'altra e da una popolazione all'altra per una stessa cardiopatia. Alcune rare cardiopatie (tumori, endocardite ecc .) possono richiedere una terapia specifica che talvolta permette di curare definitivamente la fonte di embolia.

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Parole chiave : Ictus cerebrale, Cardiopatia, Embolia, Antitrombotici, Ecografia cardiaca


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