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Examen mycologique en dermatologie - 28/03/07

[98-075-B-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0319(07)41295-X 
M. Feuilhade de Chauvin , C. Lacroix
Laboratoire de mycologie, Hôpital Saint Louis, 1, avenue Claude-Vellefaux, 75475 Paris cedex 10, France 

Auteur correspondant.

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Résumé

L'examen mycologique demeure l'outil indispensable pour confirmer ou infirmer le diagnostic d'une dermatomycose, qu'elle soit superficielle ou sous-cutanée. Les dermatomycoses superficielles sont très fréquentes en pratique dermatologique mais leur symptomatologie est souvent commune avec d'autres affections ou infections cutanées. Il n'est donc pas possible de poser un diagnostic de certitude après un simple examen clinique. La réalisation d'un examen mycologique ne se discute pas lorsqu'un antifongique systémique doit être proposé comme dans le traitement d'une teigne du cuir chevelu et de la barbe ou d'une onychomycose. Il est indispensable lorsqu'un traitement prescrit sur l'aspect clinique des lésions est en échec ou si les lésions cutanées récidivent. Les mycoses sous-cutanées, beaucoup plus rares, sont souvent difficiles à traiter et nécessitent une identification correcte du champignon responsable. La qualité d'un examen mycologique dépend avant tout de la qualité du prélèvement sur le site infecté mais aussi de la compétence du biologiste dans la lecture de l'examen direct, dans l'identification du champignon isolé sur les milieux de culture et dans l'interprétation des résultats. Cet examen est peu traumatisant et d'un coût négligeable en regard de celui d'un traitement prescrit sur une erreur diagnostique. Sa positivité permet de prescrire un traitement adapté au champignon responsable. Sa négativité justifie d'envisager une autre étiologie des lésions observées.

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Mots clés : Examen mycologique, Prélèvement, Dermatophytose, Candidose, Onychomycose, Mycoses sous-cutanées

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