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Analgesia postoperatoria nell'adulto (esclusa quella ambulatoriale) - 22/06/07

[36-396-A-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(07)49116-2 
E. Viel a,  : Praticien hospitalier, chargé d'enseignement à la Faculté de médecine de Montpellier-Nîmes, responsable du Centre d'évaluation et de traitement de la douleur, S. Jaber b : Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier, J. Ripart a : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef du département d'anesthésie-douleur, F. Navarro b : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef du service de chirurgie digestive B et de transplantation hépatique, J.-J. Eledjam b : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef du département d'anesthésie-réanimation B
a Pôle Anesthésie-Réanimations-Douleur-Urgences, groupe hospitalo-universitaire Caremeau, 30029 Nîmes cedex 9, France 
b Département d'anesthésie-réanimation B, hôpital Saint-Eloi, centre hospitalier universitaire, 2, avenue Bertin-Sans, 34295 Montpellier cedex 5, France 

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Riassunto

Il dolore postoperatorio (DPO) è, per definizione, programmato. L'analgesia postoperatoria (APO) può e deve quindi essere programmata e anticipata. L'APO ha un ruolo importante nella valutazione delle pratiche professionali (EPP) in anestesia-rianimazione e svolge un ruolo chiave in termini di miglioramento del risultato funzionale della chirurgia e di riduzione della morbilità e mortalità postoperatorie. La valutazione del dolore e dell'efficacia dell'APO è obbligatoria, poiché è impossibile prevedere per un paziente e un intervento dati il livello del dolore e di consumo di analgesici. Gli analgesici non morfinici (paracetamolo, antinfiammatori non steroidei [FANS], nefopam) occupano un posto importante nelle strategie di APO, come agenti unici o nell'ambito di un'analgesia multimodale. La morfina, di costo molto basso, è un agente di scelta dell'APO e non ha controindicazioni, in particolare legate all'età. La morfina è l'agente che si presta il meglio a un dosaggio frazionato e.v. del fabbisogno analgesico. Tra gli altri oppioidi, la nalbufina viene utilizzata soprattutto nel bambino. La buprenorfina deve essere abbandonata. Il tramadolo ha un ruolo importante nelle strategie di APO. La ketamina, agente antiperalgesico, è utilizzata a dosi subanestetiche fin dall'induzione dell'anestesia: riduce il consumo postoperatorio di morfina e si oppone allo sviluppo dell'iperalgesia e della tolleranza agli oppioidi. Le tecniche perimidollari di analgesia locoregionale (ALR) rappresentano un mezzo efficace di APO. L'analgesia peridurale (APD), con anestetici locali e/o con morfinici, ha indicazioni dopo chirurgia addominale importante, o toracica o pelvica. Viene soppiantata nella chirurgia degli arti dalle ALR periferiche, che generano meno reazioni avverse che le ALR perimidollari. L'infiltrazione delle ferite durante la chiusura chirurgica è efficace grazie alla parte importante dei fenomeni di parete nel DPO. Il concetto di analgesia multimodale si basa sull'associazione di due o più prodotti analgesici, o tecniche di analgesia, per migliorare la qualità dell'analgesia e/o ridurre l'incidenza dei loro effetti collaterali. La valutazione dell'efficacia dei trattamenti analgesici è indispensabile. Le valutazioni devono essere ripetute a riposo e durante situazioni suscettibili di aumentare i fenomeni dolorosi (tosse, sedute di kinesisterapia respiratoria o degli arti ecc.). I dolori persistenti e/o cronicizzati postchirurgici hanno a volte un'incidenza elevata (chirurgia toracica, chirurgia mammaria, cura di ernie ecc.). La chirurgia degli arti è grande produttrice di algodistrofie (sindromi dolorose regionali complesse [SDRC] o sindromi dolorose complesse di tipo 1), sottostimate e con conseguenze funzionali a volte rilevanti.

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Parole chiave : Dolore postoperatorio, Analgesia postoperatoria, Analgesici non morfinici, Analgesici morfinici, Dolori cronici postoperatori


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