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Ipotermia intraoperatoria non provocata nell'adulto - 25/01/08

[36-413-A-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(08)49193-4 
Y. Camus  : Praticien hospitalier, E. Delva : Praticien hospitalier, A. Lienhart : Professeur des Universités, praticien hospitalier
Département d'anesthésie et réanimation, Hôpital Saint-Antoine, 184, rue du Faubourg-Saint-Antoine, 75012 Paris, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Anestesia-Rianimazione e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

L'instaurazione di un'ipotermia intraoperatoria, il più delle volte moderata (≈34-35°C), è abituale in assenza di mezzi di prevenzione. Dopo una caduta rapida iniziale, legata a una ridistribuzione interna di calore, la costituzione di un debito calorico, favorito dall'alterazione delle risposte termoregolatorie da parte degli agenti anestetici, è la principale causa dell'ipotermia. La ricomparsa, (verso i 34,5°C) della vasocostrizione termoregolatoria spiega la stabilizzazione più tardiva della temperatura centrale. Gli stessi meccanismi spiegano l'ipotermia osservata sotto anestesia rachidea. L'ipotermia può essere più grave nei pazienti anziani e in certe chirurgie maggiori particolarmente emorragiche. Alcuni studi clinici recenti hanno dimostrato la responsabilità propria dell'ipotermia nella comparsa di complicanze perioperatorie (ischemia miocardica e disturbi del ritmo, sanguinamento chirurgico, ascesso della parete, cicatrizzazione ritardata) che possono allungare la durata del ricovero. La sola prevenzione efficace è il riscaldamento cutaneo intraoperatorio con coperte riscaldate, elettriche o ad aria calda pulsata. Il riscaldamento dei prodotti ematici è indispensabile in caso di trasfusione rapida. La prevenzione dell'ipotermia perioperatoria fa ormai parte della gestione del paziente anestetizzato tranne quando si ricerca un effetto benefico dell'ipotermia, come la protezione contro l'ischemia cerebrale.

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Parole chiave : Temperatura, Ipotermia, Coperte riscaldate


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