Singhiozzo cronico: dal sintomo alla diagnosi - 16/03/12
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Vi sono tre tipi di singhiozzo: il singhiozzo isolato, una contrazione organizzata dei muscoli respiratori, breve, unica, involontaria e quotidiana, che passa spesso inosservata. È un fenomeno quotidiano, fisiologico ad ogni età; il singhiozzo acuto, caratterizzato da scosse ripetitive che durano meno di 48 ore, di cui il soggetto è cosciente. È un fenomeno che disturba ma senza gravità, che ognuno conosce e che fa sorridere; è un'esperienza banale che si osserva ad ogni età e la cui prognosi è eccellente. Esso richiede poca o nessuna attività medica e regredisce spontaneamente; il singhiozzo cronico, caratterizzato da scosse ripetitive che durano più di 48 ore, con una prognosi riservata; infatti, può essere il sintomo di una malattia o di una complicanza patologica sottostante, prima di tutto esofagea, ed è spesso refrattario. La sua prognosi è la prosecuzione a lungo termine delle scosse a frequenza variabile, spesso con una periodicità di alcuni giorni o di alcune settimane al mese. Esso è all'origine di un'invalidità significativa. Spesso rivelatore di una patologia grave sottostante, è, quindi, il solo singhiozzo che implica una vera gestione medica la cui priorità è la ricerca della causa per tentare un trattamento eziologico. Le patologie esofago-gastriche, dominate dall'esofagite da reflusso, sono state riconosciute come eziologia principale del singhiozzo cronico. A molta distanza seguono i singhiozzi di causa toracica, addominale, cerebrale o, anche, psichica.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Singhiozzo, Reflusso gastroesofageo, Esofagite, Stomaco, Esofago, Sistema nervoso, Diaframma
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