Strategia oncochirurgica di gestione delle metastasi epatiche di origine colorettale - 14/08/12
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Riassunto |
In un caso su due, il cancro colorettale è responsabile di metastasi epatiche. Solo la resezione chirurgica di queste metastasi permette di sperare in una sopravvivenza prolungata del 41% e del 26% a 5anni e a 10anni, mentre essa è solo del 7% a 5anni nei pazienti non resecati. In centri di eccellenza, la mortalità delle epatectomie per metastasi colorettali è bassa, dell'1-3%, e legata a due cause principali: l'emorragia intraoperatoria e l'insufficienza epatica postoperatoria. La resezione di queste metastasi è, quindi, un obiettivo prioritario, ma essa è possibile fin dall'inizio solo nel 20-30% dei pazienti. Per aumentare la resecabilità, la strategia multidisciplinare combina la chemioterapia che, associata in prima linea a terapie mirate, permette di ottenere in pazienti selezionati dei tassi di risposte oggettive del 60-80%, l'embolizzazione portale preoperatoria, per aumentare la percentuale di parenchima funzionale che rimane dopo l'epatectomia, le epatectomie in due tempi, in caso di metastasi bilaterali, la radiofrequenza intraoperatoria, per evitare un sacrificio parenchimale troppo importante, le epatectomie iterative, in caso di recidiva, le resezioni extraepatiche, a condizione che siano complete, e le epatectomie estreme, con ricostruzioni vascolari associate all'esclusione vascolare del fegato e alla circolazione extracorporea con perfusione ipotermica del fegato. Grazie a questi progressi oncologici e tecnici, il 40% dei pazienti inizialmente non resecabili lo diviene.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Cancro colorettale, Metastasi epatiche, Chemioterapia, Embolizzazione portale, Epatectomia
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