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Imagerie des spondylodiscites infectieuses - 03/10/12

[31-335-A-10]  - Doi : 10.1016/S1879-8551(12)60692-7 
G. Bierry , J.-L. Dietemann
Service de radiologie 2, Hôpitaux universitaires de Strasbourg, 10, avenue Molière, 67098 Strasbourg cedex, France 

Auteur correspondant.

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : RADIOLOGIE ET IMAGERIE MÉDICALE : Musculosquelettique - Neurologique - Maxillofaciale e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Les spondylodiscites sont des urgences diagnostiques et thérapeutiques. Si les radiographies conventionnelles restent l'examen de première ligne dans l'investigation d'une douleur vertébrale dans un contexte fébrile, l'imagerie par résonance magnétique (IRM) est l'examen de référence pour la confirmation d'une spondylodiscite. Les anomalies discovertébrales apparaissent dès le cinquième jour, alors que les modifications ne sont visibles en radiographies qu'après deux semaines. L'aspect IRM habituel d'une spondylodiscite à pyogènes inclut œdème des corps vertébraux en hyposignal T1 et hypersignal T2, irrégularité des plateaux vertébraux et abcès discal avec hypersignal T2 liquidien. Dans les phases débutantes, les premières modifications sont à rechercher dans la zone sous-chondrale antérosupérieure, siège préférentiel du foyer infectieux. L'IRM permet dans la majorité des cas d'éliminer les principaux diagnostics différentiels, notamment la discarthrose, en montrant une déshydratation discale ou une pathologie tumorale. Chez les patients présentant une contre-indication à l'IRM, la scintigraphie et le scanner peuvent apporter des éléments d'orientation mais restent moins spécifiques, en montrant respectivement une hyperfixation ou une érosion des plateaux vertébraux. L'atteinte tuberculeuse peut présenter quelques particularités, notamment un passage sous-ligamentaire entraînant des modifications vertébrales sans atteinte discale. Lors du traitement antibiotique, les modifications IRM sont en général en retard sur l'amélioration clinique, avec des anomalies de signal persistantes. Le signal le plus sensible pour affirmer une évolution favorable reste la normalisation du signal T1.

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Mots-clés : Infection, Colonne vertébrale, Spondylodiscite, Œdème vertébral


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