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Valutazione dell'aprassia gestuale e della disprassia nel quadro dei disturbi neuropsicologici - 14/11/12

[26-010-K-10]  - Doi : 10.1016/S1283-078X(12)63274-X 
N. Sève-Ferrieu a,  : Ergothérapeute, cadre de santé, directrice de l'ADERE, V. Barray b : Ergothérapeute
a 52, rue Vitruve, 75020 Paris, France 
b Service de médecine physique et de réadaptation de l'enfant, Hôpital Poincaré, 104, boulevard Raymond-Poincaré, 92380 Garches, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

Dopo aver ricordato i modelli cognitivi della concezione e della produzione del gesto, gli autori precisano i loro apporti sulla comprensione dei meccanismi patogenetici delle aprassie gestuali. È descritta la metodologia di valutazione, che sia di natura analitica o ecologica. La valutazione nel quadro di una disprassia con la sua specificità dello sviluppo è considerata tanto attraverso una sintesi degli ultimi lavori a proposito dei meccanismi sottostanti e dei tentativi di tipologie che attraverso la comorbilità frequente con altre difficoltà di sviluppo suscettibili di interferire nella comprensione dei risultati. La valutazione analitica dell'adulto aprassico è considerata secondo due batterie. Il protocollo di Angers è costruito a partire dall'osservazione dei comportamenti gestuali patologici. La valutazione relativa al disturbo del gesto (aprassia ideomotoria) si realizza osservando le capacità del paziente di riconoscere le pantomime e di produrle lui stesso, mentre quella del disturbo di utilizzo degli oggetti (aprassia dell'attività ideativa) è basata sul modello cognitivo che dissocia la concezione gestuale dalla sua produzione. La batteria di valutazione delle prassie è costruita secondo il modello teorico cognitivo di Rothi e Goldenberg, elaborato sulle basi del modello di Roy e Square. Le prove hanno l'obiettivo di valutare specificamente ogni circuito dell'architettura cognitiva modulare, secondo la modalità di ingresso proposta. In questo quadro, gli autori raccomandano di approfondire la valutazione dell'agnosia corporale. La valutazione ecologica si svolge con le attività quotidiane, tanto spontanee che costruite dal terapeuta. Poiché il suo obiettivo è qualitativo, il valutatore osserva e analizza l'impatto delle facilitazioni per evidenziare le incapacità e le capacità del soggetto nelle attività quotidiane. La valutazione del bambino cerca di evidenziare e quantificare il suo deficit prassico, così come le difficoltà associate, con l'obiettivo di elaborare un piano di trattamento nel quadro di una disprassia dello sviluppo già diagnosticata. Dopo la presentazione di alcune prove prassiche, sono proposti dei test percettivi visuospaziali, tenuto conto della frequenza delle difficoltà spaziali congiunte e delle prove sensori-motorie che permettono di precisare il livello di coordinazione motoria. Le conseguenze della disprassia sono valutate in maniera sistematica anche sulla scolarità, per esempio nella scrittura e in matematica, ma anche sulle attività della vita quotidiana in un approccio più ecologico. Gli autori raccomandano di accoppiare a questa impostazione quantitativa un'analisi qualitativa delle prestazioni del bambino, al fine di orientare al meglio la terapia.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Aprassia gestuale, Disprassia, Valutazione analitica, Valutazione ecologica


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