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Lumbalgias - 16/11/12

[1-0780]  - Doi : 10.1016/S1636-5410(12)63411-4 
M. Benhamou , M. Brondel, K. Sanchez, S. Poiraudeau
Service de rééducation et réadaptation des pathologies de l'appareil locomoteur et du rachis, Hôpital Cochin, 27, rue du Faubourg-Saint-Jacques, 75014 Paris, France 

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Riassunto

La lumbalgia motiva numerosas consultas en medicina general. La mayoría de los casos son de origen raquídeo, tienen buen pronóstico y se resuelven en menos de 2 meses. Sin embargo, puesto que este síntoma se encuentra en gran cantidad de trastornos, es necesario efectuar una exploración rigurosa. Sólo así se podrán detectar las lumbalgias secundarias a enfermedades infecciosas, inflamatorias, fracturas o tumores que necesitan tratamiento rápido y específico. También las lumbalgias reveladoras de enfermedades viscerales subyacentes pueden detectarse mediante una exploración física detallada, que evitará una pérdida de oportunidades para el paciente. En la lumbalgia común, la exploración física y el conocimiento de las causas más frecuentes según la edad ayudan a sospechar rápidamente el diagnóstico y a tomar las disposiciones terapéuticas adecuadas. Las pruebas complementarias no son en modo alguno sistemáticas y sólo deben solicitarse si existen buenas razones para ello. En definitiva, al médico general le corresponde establecer un diagnóstico seguro, buscar los signos de gravedad y, de no hallarlos, tranquilizar y acompañar al paciente hasta su curación. Si los síntomas se tornan crónicos, el médico general sigue cumpliendo una importante función en el seno del equipo multidisciplinario a fin de evitar los retardos diagnósticos y terapéuticos, y la desinserción socioprofesional.

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Palabras clave : Lumbalgia común, Lumbalgia secundaria, Banderas rojas, Banderas amarillas


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