Malgrado i progressi medici e chirurgici nel settore della traumatologia, la rigidità articolare resta un campo di intervento frequente per la cinesiterapia, dove il terapista può esprimere al meglio la sua tecnicità. Questo articolo, dopo i richiami anatomo-fisiopatologici necessari, analizza e precisa i diversi mezzi che possono essere impiegati nel quadro del guadagno di ampiezza. Tralasciando volontariamente gli stiramenti e le rimozioni di tensione degli elementi muscolotendinei, questo articolo si dedica alle tecniche che tendono a restituire ai tessuti periarticolari e agli elementi fibrosi capsulo-legamentosi la qualità e la lunghezza necessarie per la libertà e l'armonia articolari. Dopo una descrizione e una giustificazione delle tecniche in genere, alcune articolazioni sono discusse in funzione delle loro specificità. Non si tratta di fornire delle ricette, ma di ampliare un ventaglio tecnico che ci può permettere di far fronte a diverse situazioni che noi tutti incontriamo quotidianamente. Essere al limite dei fenomeni dolorosi, ottenere un rilassamento massimale e trovare i mezzi per aggirare le difese del paziente legate al dolore, all'apprensione o, anche, a entrambi: ecco ciò a cui ci troviamo di fronte. Una tecnica ben adattata, associata al buon senso clinico, permette di ottimizzare i risultati, anche se questi sembrano difficili da confrontare da un paziente all'altro e da una regione all'altra. Sono possibili degli studi randomizzati per questo gesto molto tecnico? Ciò sarebbe auspicabile per permettere di confutare un gran numero di idee diffuse.