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Fotografia digitale in dermatologia estetica - 07/03/13

[50-275-B-10]  - Doi : 10.1016/S1776-0313(13)64708-5 
J.-M. Sainthillier a,  : Docteur ès sciences, Ingénieur de recherche, M. Le Maitre b : Dermatologue, médecin spécialiste en dermatologie et vénéréologie, P. Humbert c : Professeur
a Société Skinexigence, Pavillon Sainte-Lucienne, CHU Saint-Jacques, 2, place Saint-Jacques, 25030 Besançon, France 
b 1, avenue du 6-Juin, 14000 Caen, France 
c Service de Dermatologie, Centre d'Études et de Recherche sur le Tégument (CERT), Centre d'Investigation Clinique (CIC BT506), Centre Hospitalier Universitaire de Besançon, Inserm UMR1098, SFR FED 4234 IBCT, Université de Franche-Comté, Besançon, France 

Auteur correspondant.

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Gli apparecchi fotografici digitali (AFD), compatti, bridge o reflex, ubbidiscono agli stessi principi ottici delle macchine fotografiche a pellicola del passato. La sola cosa che conta sempre, alla fine, è lasciare entrare la giusta quantità di luce, né più né meno. Tutte le regolazioni ottiche consistono nel trovare un compromesso in questo equilibrio, controllando il più precisamente possibile tale ingresso di luce e tenendo conto al tempo stesso delle condizioni variabili e spesso imprevedibili di cattura dell'immagine. Questa padronanza dell'esposizione passa anche attraverso la conoscenza dei sistemi di flash e di illuminazione disponibili, ma anche attraverso la conoscenza di strumenti più specifici, quali i filtri polarizzanti concepiti per isolare la componente speculare della cute e la luce ultravioletta (UV) riflessa, che permette di rappresentare il fotoinvecchiamento. Si noterà anche l'esistenza da alcuni anni di apparecchi integrati che costituiscono un insieme completo di cattura delle immagini standardizzata. La fotografia digitale presuppone una gestione informatica delle immagini, sia dal punto di vista dell'hardware che del software. Il dermatologo deve, quindi, in una certa misura, essere anche un po' informatico, e conoscere il suo materiale digitale, ma anche i suoi programmi di ritocco e di classificazione. In effetti, la fotografia digitale è raramente utilizzabile direttamente, senza il trasferimento su un computer, senza la visualizzazione su uno schermo, senza ritocchi e manipolazioni, allo scopo di ridimensionarla, di commentarla o di archiviarla. I concetti di formati di immagine, di compressione, di risoluzione e di definizione sono critici da questo punto di vista, poiché, se mal compresi, essi possono provocare un deterioramento rapido e irreversibile dell'immagine. Questa gestione software dell'immagine è spesso sottovalutata dal medico, che la giudica troppo complessa, per mancanza di informazione. Esistono, tuttavia, una vasta libreria software disponibile su questo soggetto e dei programmi gratuiti, semplici e user-friendly, che offrono una libertà di lavoro praticamente senza limiti. Noi riteniamo che la costituzione e la padronanza di questa «scatola di attrezzi» sia indispensabile quanto la padronanza dell'apparecchio fotografico propriamente detto. Per il dermatologo, lo scopo della fotografia digitale è di tendere a divenire una fotografia scientifica, vale a dire una fotografia standardizzata, ripetibile e riproducibile. Lo scopo non è tanto quello di ottenere una bella fotografia, quanto di ottenere una fotografia realistica e fedele dell'oggetto di studio. Un'attenzione del tutto particolare deve, quindi, essere prestata agli aspetti pratici della cattura dell'immagine, ma anche all'aspetto del paziente e, in particolare, alla sua neutralità al momento della cattura dell'immagine. Questa volontà di standardizzazione richiede di prevedere e di organizzare uno spazio fotografico dedicato, in maniera da renderlo il più pratico e immutabile possibile.

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Parole chiave : Fotografia digitale, Dermatologia estetica


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