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Prise en charge des pertes de substance vastes ou complexes de l'extrémité céphalique - 18/03/13

[45-510]  - Doi : 10.1016/S1286-9325(13)62240-2 
P. Patenôtre
 Hôpital Roger-Salengro, Service de chirurgie plastique, rue Émile-Laine, 59037 Lille cedex, France 

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Riassunto

La complexité de l'extrémité céphalique, son importance esthétique et les multiples fonctions qui en dépendent rendent les reconstructions chirurgicales difficiles et toujours imparfaites. Les techniques mises en œuvre doivent concilier des impératifs multiples : qualité et stabilité du résultat morphologique bien sûr, mais aussi valeur fonctionnelle (déglutition, ventilation, réception sensorielle), possibilité de traitements complémentaires et de surveillance par scanner ou IRM, le tout dans des contextes difficiles sur le plan somatique ou psychologique. Certaines situations sont telles qu'elles rendent les tentatives de reconstruction irréalistes ou illégitimes. Chaque région apporte des contraintes spécifiques : exposition dure-mérienne (orbite, ethmoïde), amputation affichante d'un organe (nez, oreille, lèvres), sténose ou incontinence d'un orifice (conduit auditif, narines, bouche), destruction des arcades dentaires (maxillaires supérieur et inférieur), altération des cavités nasale et buccale, de la fonction linguale en particulier. Les principales situations rencontrées en pratique sont détaillées et illustrées d'exemples de reconstructions. Une large place est réservée aux transferts microchirurgicaux et aux matériaux de synthèse, ces techniques modernes nous paraissant offrir des protocoles plus rapides, des résultats meilleurs et une morbidité pas supérieure aux techniques plus conventionnelles.

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Mots-clés : Reconstruction de la face, Lambeau, Exentération orbitaire, Maxillectomie, Ethmoïdectomie, Traumatisme balistique


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