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Biomarqueurs pronostiques dans l'hypertension artérielle pulmonaire - 13/08/13

[6-024-A-95]  - Doi : 10.1016/S1155-195X(13)61164-0 
J.-L. Cracowski  : Professeur des Universités, praticien hospitalier
 Unité de pharmacologie clinique, INSERM CIC3, Centre d'investigation clinique de Grenoble, CHU de Grenoble, B.P. 217, 38043 Grenoble cedex 09, France 

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Riassunto

La prise en charge de l'hypertension artérielle pulmonaire nécessite une évaluation pronostique afin de déterminer la meilleure stratégie thérapeutique. Bien que des paramètres cliniques et hémodynamiques soient associés à un mauvais pronostic, ils présentent des limites (mesures invasives ou évaluation subjective). Il existe donc un besoin de marqueurs objectifs non invasifs, permettant d'affiner le pronostic et la réponse aux thérapeutiques. En regard de la physiopathologie complexe, de nombreux biomarqueurs ont été étudiés dans l'hypertension artérielle pulmonaire, incluant des biomarqueurs de dysfonction ventriculaire droite et de ses conséquences, d'inflammation et de dysfonction endothéliale. La plupart des biomarqueurs intéressants scientifiquement n'ont cependant pas démontré d'utilité clinique. Parmi ceux évalués à ce jour, seul le peptide cérébral natriurétique (brain natriuretic peptide [BNP]) ou son fragment le NT-proBNP (N-terminal probrain natriuretic peptide) ont été intégrés dans les recommandations, mais la troponine T, la natrémie et les biomarqueurs d'insuffisance rénale apportent une information pronostique indépendante. Il est probable que l'association de biomarqueurs, existants ou émergeants, soit plus pertinente qu'un dosage unique chez un patient donné, et des études ultérieures devront déterminer la combinaison idéale de biomarqueurs pronostiques en routine clinique.

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Mots-clés : Hypertension artérielle pulmonaire, Biomarqueurs pronostiques, BNP, Troponine T, Insuffisance rénale


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