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Riabilitazione funzionale degli arti superiori nelle tetraplegie traumatiche - 17/11/13

[45-780]  - Doi : 10.1016/S1769-6704(13)66019-2 
M. Revol a, b  : Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux, I. Laffont c : Professeur des Universités, médecin des Hôpitaux, C. Hugeron d : Praticien hospitalier, C. Rech d : Praticien hospitalier, D. Ben Smaïl d : Professeur des Universités, médecin des Hôpitaux, V. Le Corfec e : Praticien hospitalier
a Université Paris-Diderot, Sorbonne-Paris-Cité, 75004 Paris, France 
b Service de chirurgie plastique, AP-HP, Hôpital Saint-Louis, 1, avenue Claude-Vellefaux, 75475 Paris cedex 10, France 
c Service MPR, CHU Montpellier, 34000 Montpellier, France 
d Service MPR, Hôpital Raymond-Poincaré, 92380 Garches, France 
e Centre de réadaptation fonctionnelle de Kerpape, BP 7, 56270 Ploemeur, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

La tetraplegia traumatica deriva da un'interruzione del midollo cervicale. Più la lesione midollare è alta, più le paralisi sono estese. In tre quarti dei casi circa, la chirurgia permette di migliorare la funzione motoria degli arti superiori e, quindi, di aumentare l'autonomia del paziente. Un certo numero di condizioni minimali deve, tuttavia, essere rispettato per proporre questo tipo di programma a un paziente: è preferibile un intervallo minimo di un anno tra l'accidente iniziale e il primo intervento. Il paziente deve poter flettere attivamente i gomiti. Egli non deve presentare escare evolutive, né dolori lesionali invalidanti e deve potersi sedersi sulla sedia a rotelle. Infine, non deve presentare delle limitazioni importanti di ampiezza articolari agli arti superiori. La prima tappa consiste nel ripristinare l'estensione attiva del gomito quando esso è paralizzato. Ciò è ottenuto trasferendo sul tricipite o la parte posteriore del deltoide o il bicipite. L'estensione attiva recuperata del gomito migliora la propulsione della sedia a rotelle manuale da parte del paziente, che può, inoltre, stabilizzarvisi meglio. La possibilità ritrovata di posizionare la propria mano nelle tre dimensioni dello spazio e, in particolare, al di sopra della testa e delle spalle migliora anche considerevolmente la sua autonomia e la sua psiche. La stabilizzazione del gomito permette, inoltre, di migliorare la stabilità delle prensioni per «effetto tenodesi»; queste sono spesso possibili nei tetraplegici a partire dal livello C6. Le seguenti tappe riguardano la mano, le cui funzioni di prensione sono rinforzate utilizzando il muscolo brachioradiale e, spesso, l'estensore radiale lungo del carpo. Due interventi sono, di regola, necessari per ripristinare la prensione: uno per potenziare l'apertura della mano e l'altro per la sua chiusura. La vera chiave del successo di questa chirurgia della prensione si basa su un'equipe molto esperta di medicina fisica e riabilitazione, comprendente medici, fisioterapisti ed ergoterapisti. Solo nel quadro di un centro di riabilitazione funzionale molto specializzato e nel quadro di protocolli multidisciplinari definiti in comune, si può concepire questa chirurgia.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Tetraplegia traumatica, Chirurgia palliativa, Mano, Arto superiore, Paralisi, Riabilitazione funzionale


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