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Orthopoxvirus : variole et vaccine - 21/01/14

[8-050-J-10]  - Doi : 10.1016/S1166-8598(13)44144-3 
D. Garin, Professeur agrégé du Val-de-Grâce
 Institut de recherche biomédicale des Armées (IRBA), B.P. 73, 91223 Brétigny-sur-Orge cedex, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Maladies infectieuses

Riassunto

La variole, après avoir décimé la population mondiale pendant des siècles, a été déclarée éradiquée de la planète en 1980, à la suite de la mise en place d'un programme mondial de vaccination mené par l'Organisation mondiale de la santé et utilisant le virus de la vaccine, méthode découverte par Jenner deux siècles plus tôt avec un autre virus, le virus cowpox. La découverte d'un programme secret de militarisation en ex-Union Soviétique en dépit des accords de la Convention de 1972 ainsi que les événements du 11 septembre 2001 ont fait prendre conscience des conséquences dramatiques que pourrait avoir l'utilisation criminelle de ce virus par des terroristes. Le virus de la variole appartient à la famille des Poxviridae et au genre Orthopoxvirus. L'incubation est en moyenne de 12jours et le tableau clinique de la variole majeure est caractérisé par une éruption pustuleuse à prédominance périphérique, atteignant la paume des mains et la plante des pieds et évoluant en une seule poussée. Si le virus est visible en microscopie électronique et cultivable sur cellules, ce sont les techniques d'amplification moléculaire qui en permettent aujourd'hui la détection. Le vaccin antivariolique est constitué par le virus de la vaccine vivant qui a permis l'éradication de la maladie malgré des effets indésirables parfois sévères. Les immunoglobulines sont partiellement efficaces dans le traitement des complications vaccinales, tout comme deux antiviraux : le cidofovir et le ST246.

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Mots-clés : Vaccine, Variole, Orthopoxvirus, Vaccination antivariolique, Bioterrorisme


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